lunedì 8 novembre 2010

La sinistra annega tra le onde del gossip


Articolo pubblicato su "La Padania" di sabato 30 ottobre 2010

C’era una volta la sinistra, in Italia. Era fatta dai comunisti e dai socialisti, con l’aggiunta di qualche eretico cattolico. C’era una parte politica che si cullava nel vano sogno sovietico e che mirava all’instaurazione di paradisi in terra. C’era un senso di appartenenza profondo, a sinistra, fondato su valori discutibilissimi ma comunque degni di rispetto.
Alcune lotte a favore dei lavoratori e certo modo pulito di intendere la politica – da parte dei “comunisti” – meritano indiscutibilmente un sereno riconoscimento storico, da parte di tutti. L’essere di sinistra di un Antonio Gramsci, di un Nicola Bombacci o di un Enrico Berlinguer era dettato, anzitutto, dalla passione per la causa del popolo.
La sinistra era, una volta, l’interlocutore politico primo e naturale della gente semplice: si andava alla sede del “partito” (quello comunista) per rivendicare diritti, scambiare quattro chiacchiere polemiche e per sognare un futuro nuovo e diverso. Poco importava alla gente se il futuro che sognavano e volevano i comunisti era un futuro senza speranza, un futuro cupo e terribilmente dittatoriale. La gente voleva che le cose cambiassero: e la sinistra si batteva in questo senso.
Come ha scritto e cantato l’indimenticato e indimenticabile Giorgio Gaber:
“Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos'altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo.
Perché sentiva la necessità di una morale diversa.”
Oggi, che il Partito comunista italiano non c’è più da tempo, i “comunisti” sono orfani di una grande storia politica: mancano gli uomini, le idee, il coraggio e la coerenza. La sinistra di oggi ha abbandonato le fabbriche e si è seduta sulle vellutate poltrone dei salotti borghesi. La sinistra moderna ha abbandonato tutta la grande tradizione popolare delle classi operaie per abbracciare i desideri più velleitari delle lobby omosessuali, massoniche e transnazionali. La sinistra di questi giorni si fa scudo degli sprechi e delle ruberie di qualche “furbetto” dimenticandosi il dovere di lottare contro i soprusi e le ingiustizie.
Ci sono tante sinistre, oggi, in Italia: c’è la sinistra flaccida del Partito democratico, la sinistra deviata dei Vendola, la sinistra becera e “sfascista” dei Di Pietro, la sinistra delle grandi banche e quella delle lobby industriali. Ma dove è finita la sinistra che sta dalla parte del popolo, dalla parte dei lavoratori, dei giovani e dei deboli? Dove è, oggi, la sinistra che combatte l’illegalità e che difende i sani diritti della gente normale? Dove si sono nascosti coloro che dovrebbero, in questo tempo delicato e difficile, rappresentare la sinistra?
Non resta che l’ombra dei grandi uomini politici della sinistra, non rimane che l’ombra delle grandi lotte politiche della sinistra e non si scorge che l’ombra dei principi inossidabili della sinistra.
In odio a Silvio Berlusconi la sinistra attuale non sa che proporre slogan vuoti e privi di ogni significato: tutte le posizioni assunte dalla sinistra italiana, da vent’anni a questa parte, sono dettate dalla patologica volontà di marcare una distanza siderale rispetto alla “destra”. Se Berlusconi e Bossi dicono “x” la sinistra puntualmente dice “y”: per partito preso, senza troppi ragionamenti e senza avere a cuore il bene della gente.
La sinistra odierna procede, instancabile e malconcia, sul precipizio della volgare contrapposizione: giorno dopo giorno, i nipotini di Stalin e di Dossetti gettano fango puzzolente sulle vite dei loro avversari politici, definiti di volta in volta “mafiosi”, “pedofili”, “fascisti”, “retrogradi” e “razzisti”. Gradino dopo gradino la sinistra sta scendendo, con velocità impressionante, la scalinata della decenza per rifugiarsi nell’atrio triste del gossip più scadente. Difficilmente, procedendo in questo senso, la sinistra riuscirà a riappropriarsi della sua funzione storica: le onde del gossip più fetido e violento stanno già portando alla deriva la barca della sinistra. “Chi semina vento raccoglie tempesta”: se quel che dice il proverbio biblico è vero, il domani della sinistra sarà nuovamente rosso. Ma di vergogna.

Emanuele Pozzolo

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