martedì 17 aprile 2012

Vipere e uomini



Don Camillo, una sera, stava passeggiando per la strada del mulino fumando il suo sigaro e rimirandosi la primavera in fiore, quando si trovò tra i piedi Peppone.
Parlarono del tempo e della campagna, ma si capiva lontano un miglio che Peppone aveva qualcosa da sputar fuori.
E, a un bel momento, sputò:
“Sentite un po’, don voi. Si può parlare due minuti da uomo a uomo e non da uomo a prete?”
Don Camillo si fermò a guardarlo.
“Cominciamo male” osservò don Camillo. “Questo tuo è un parlare da somaro a uomo.”

Ed è così, con questo spirito di rustica semplicità e di genuina simpatia, che Giovannino Guareschi si immaginò uno dei tanti dialoghi vivaci resi vivi nell’indimenticabile ed indimenticata saga di Don Camillo. Le parole degli scritti di Guareschi meritano di essere riproposte, di tanto in tanto, alla nostra attenzione: perché sono tremendamente attuali.
E’ possibile fare, di quel grande pensatore cristiano che fu Guareschi, un nostro compagno di viaggio, ancora oggi, riscoprendo alcune memorabili sue riflessioni. Come quella sopra proposta: che evidenziava ieri, come ben potrebbe evidenziar tutt’oggi, l’importanza fondamentale di vedere negli uomini di Chiesa, per l’appunto, degli uomini. Uomini capaci di slanci di eroismo, così come di errori gravi. La tendenza all’errore è, in fin dei conti, il minimo comune denominatore dell’essenza umana: e la conseguenza dell’umano errore, spesso, genera quel male che porta sofferenza. Lo insegna la storia e lo comprendiamo leggendo i giornali, soprattutto negli ultimi tempi. E anche quella rabbia che ribolle dentro quando abbiamo innanzi agli occhi certe offese alla natura dell’uomo, anche quella, è umana. Troppo umana. Ma è proprio su questo punto che Guareschi ci educa alla via cristiana, in un altro magnifico dialogo tra l’energico Don Camillo e il Gesù della croce.

“Gesù,” disse al Cristo “qui non c’è che una cosa: trovarli e impiccarli.”
“Don Camillo,” rispose il Cristo “dimmi un po’: se ti duole la testa, tu te la tagli per guarire il male?”
“Però le vipere velenose si schiacciano!” gridò don Camillo.
“Quando il Padre mio ha creato il mondo ha fatto una distinzione precisa fra animali e uomini. Il che significa che tutti coloro che appartengono alla categoria degli uomini rimangono sempre uomini, qualunque cosa essi facciano, e vanno perciò trattati da uomini. Altrimenti, invece di scendere in terra per redimerli facendomi mettere in croce, non sarebbe stato molto più semplice iniettarli?”.

Emanuele Pozzolo