martedì 23 settembre 2008

Elogio di Sarah Palin

Fossi nato americano sarei del West Viriginia. Lo so per certo.
Un boscaiolo tutta Bud e "yeah". Con un bel pick up al seguito e la bandiera confederata sventolante nel giardino. "Odiosi stereotipi" potrebbe pensare un americano: nient'affatto.
L'America dove ho vissuto io era quella: America profonda.
Fossi nato a Delray probabilmente sarei evangelico e non cattolico come sono; probabilmente non avrei studiato De Maistre e Evola ma mi sarei fermato a Russel Kirk e a Joe McCarthy; e senz'altro alle primarie avrei votato Mike Huckabee, non John McCain.
Eroe di gurrra, saggio uomo anziano, autonomo e indipendente finchè si vuole: ma McCain è sempre stato un po' troppo liberal per la destra americana. Un po' troppo liberal per me.
Insomma questa campagna elettorale americana prima dell'ingresso di Sarah Palin era noiosa.
Era troppo "politically correct": roba che a uno che ama il West Virginia non può andare giù.
Da una parte il negro Obama che, stringi stringi, dice che vale la pena votarlo perchè la sua pelle è più scura di quello del suo avversario. Dall'altra il buon vecchio "maverik" troppo buono per mollare colpi bassi e galvanizzare la destra conservatrice.
Una mossa intelligente McCain l'ha fatta: scegliere la Palin come vice. La Governatrice dell'Alaska ha tutto quello che manca al buon vecchio John: passione, un pizzico di arroganza, e una buona dose di politicamente scorretto. Il tutto aggiunto a due belle gambe, una famiglia da pullman e un ferreo credo pro-life.
Insomma McCain con la Palin ha fatto centro. Metaforicamente intendo.
Fossi americano non dovrei rodermi il fegato sentendo farneticare i vari Fini e La Russa della situazione. Fossi americano comprerei un grosso (e pacchiano) adesivo con il tiket "McCain - Palin" e lo appiccicherei al retro della mia jeep nera. Fossi americano ritroveri la passione profonda per la politica.
Ma sono italiano: e mi becco Fini, la "destra antifascista", il voto agli immigrati e Tiziana Maiolo al posto di Sarah Palin. Fortuna almeno che il buon Dio ci ha dato il Barbera, la grappa e un po' di Ventennio alle spalle.

2 commenti:

Jimmy ha detto...

emanuele,fantastico post !!!
fossi nato in USA io sarei del Texas, come dici tu, "lo so per certo" !!

saluti

Gabriele Molinari ha detto...

Fisionomia del buon candidato.
Fossi americano non so di dove potrei essere, ma a forza di tenere per John Edwards (da 8 anni)la pettinatura alla John Edwards me la sono ritrovata anche qui in italia...e in effetti, converrai, è abbastanza da campagna elettorale usa.
te lo ricordi "il candidato", con redford? eh, quello sì che sarebbe un bel presidente (o vice): maschio, atletico, biondo, simpatico...insomma, il "bravo ragazzo ammericano".
anche se ammetto che nella storia recente la pratica non ha reso onore alla teoria (rinvengo due soli esemplari del succitato "bravo ragazzo", carter e quayle, e sorvolo su entrambi), credo che la fisionomia conti.
peccato che stavolta - su entrambi i fronti - siamo molto, molto distanti dall'optimum. Sulla palin, poi, non mi pronuncio (ho detto ampiamente su mio recente post): tuttavia, la prossima volta che mi accingerò ad ingerire affettati vedrò se per caso ci siano tracce di rossetto. nel qual caso mangerò certamente più di gusto... ciao!