sabato 5 novembre 2011

Cercasi avanguardie


Scrisse Nietzsche: "Non ho mai sentito dire che le flatulenze determinino situazioni filosofiche".
Scrisse una verità. Una verità attuale, anzi attualissima. Sono innumerevoli le flatulenze spirituali, politiche ed economiche che tentano disperatamente di influire sul corso del tempo attuale. Eppure goffamente annaspano.
La nostra società vive sconquassi tremendi, cedimenti strutturali e deflagrazioni violente: eppure ai vertici delle nostre cosiddette "democrazie" permangono dei personaggi inetti, incapaci e e ignoranti.
Il confronto coll'impero romano in decadenza si impone ad ogni analisi: l'odierno potere temporale si circonda di giullari benpensanti, di menstrelli sguaiati e di peripatetiche slabbrate. Mentre Roma brucia (e le provincie affumicano) questi personaggi continuano, imperterriti, a cantarsela e a suonarsela senza pietà. E senza decenza.
E non è solo dei vari piccoli imperatori dilettanti la responsabilità: siamo noi, tutti noi, i veri colpevoli.
Sì, perchè abbiamo troppo a lungo tollerato. E la tolleranza fine a se stessa non è una gran virtù.
Lo disse anche Gesù, scandalizzando i protodemocristiani ebrei: "Non sono venuto a portare la pace, ma la spada".
E' ora di sguainare quella spada spirituale che ognuno di noi ha dentro. E' ora di sguainarla e prepararsi alla battaglia.
Sì, lo so: quando si combatte è possibile vincere o perdere. Ma la sconfitta peggiore è la rassegnazione.
Quindi lasciamo le retrovie di questa politica di comodi assettamenti tattici, abbandoniamo il putrido cicaleggio del balbettio pseudo-democratico e gettiamo a mare le ultime indecisioni meschine. Sguainiamo la nostra spada!
Creiamo avanguardie, creiamo piccoli "cuib", creiamo minuscoli spazi di speranza in questo mare mediocrità.
Quello che può fare ognuno di noi, nel suo piccolo, non lo può fare nessun'altro al mondo.
E allora, certi che sono gli individui a fare la storia e non i branchi, accendiamo una fiamma di speranza. La questione, ora, non è se porsi di quà o di là: la questione di oggi è sapersi porre "oltre".
Al di là di tutto e tutti: servono delle avanguardie.
In ogni campo, in ogni spazio, al principio e alla fine di ogni riga scritta: serve coraggio, dignità e fermezza.
Così sì che si può dare un senso vero a qualcosa che non ha più senso, così sì che si possono ferire mortalmente gli avversari dell'intelligenza, così sì che, forse, (per dirla parafrasando De André) da questo letame potrebbero nascere dei fiori. I fiori dell'avanguardia.

Emanuele Pozzolo

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