martedì 30 marzo 2010

Il trionfo della libertà



Umberto Bossi e Roberto Cota hanno condotto il popolo piemontese alla liberazione.
La gente ha creduto alla possibilità storica di voltare pagina rispetto ad una politica vecchia e marcia: scegliendo Roberto Cota e votando in massa per la Lega Nord, i piemontesi hanno levato un grido invincibile di libertà verso Roma. Il popolo del Nord si è stancato, una volta per tutte, dei politicanti delle parole e, ora, pretende i fatti.
Buon governo, riforme, grandi opere, valori cristiani e, soprattutto, onestà nella gestione della “cosa pubblica”: ecco cosa hanno scelto i piemontesi votando Roberto Cota come Presidente della Regione.
La volontà di cacciare la sinistra laicista, borghese, comunista e democristiana dal governo da Torino e dalla Regione Piemonte rappresenta il segnale politico più evidente che il Nord è stufo di vivere in un’Italia centralista e mafiosa che sfrutta la Padania come fosse una terra di conquista.
Roberto Cota ha dato anima e corpo per convincere i piemontesi della necessità di voltare pagina rispetto al malgoverno di Mercedes Bresso: ha girato il Piemonte, città per città, paese per paese, valle per valle, per spiegare qual è il Piemonte che vuole creare. Un Piemonte diverso: legato alla sua identità cristiana e alla sua tradizione padana, pronto per affrontare le nuove sfide della modernità ma saldamente ancorato ai valori della famiglia e della terra. Il Piemonte che Roberto Cota vuole è un’altra cosa rispetto alle idee balorde e volgari che impersonificava Mercedes Bresso assieme alla sua coalizione-bordello.
Il popolo del Nord, finalmente compatto, sta marciando a grandi passi verso la sua libertà: contro il centralismo romano che ha depredato, da più di un secolo, il Nord Italia delle sue migliori risorse produttive. Finalmente i governi del Piemonte, della Lombardia e del Veneto – sorretti dall’impetuoso ed indispensabile consenso leghista – potranno rafforzare quell’ “asse del Nord” che dovrà determinare ogni decisione del governo centrale.
L’attuazione del Federalismo sarà la più grande rivoluzione politica che la storia italiana ricorderà: dopo secoli di malgoverno nazionale clientelare e classista, una grande forza politica popolare e identitaria, la Lega Nord, sotto la guida saggia e infallibile del grande condottiero Umberto Bossi, ha conquistato definitivamente la fiducia del popolo del Nord. Non più disposti ad accettare di essere governati da una classe politica imbelle e incapace, i piemontesi, i lombardi e i veneti hanno voluto mandare un chiaro segnale di cambiamento e di svolta, radicale.
La battaglia più dura, al Nord, era senza dubbio la conquista del Piemonte: in molti, anche a destra, farneticavano a proposito dell’impresentabilità di un candidato leghista nella capitale del risorgimento e dell’unità d’Italia. La gente ha dimostrato, con il suo voto, che più che le parole e le chiacchiere storiche interessano i fatti.
In ogni dove, da Torino fino all’ultimo comune della più sperduta valle alpina piemontese, passando per le città capoluogo di provincia per giungere sino all’esorbitante risultato nel vercellese, la Lega ha stravinto.
Roberto Cota ha conquistato consensi impensabili. Nonostante la vergognosa prostituzione elettorale dei falsi preti dell’Udc, i cattolici hanno votato per Cota. E nonostante la visione caricaturale e meschina che molti ciarlatani, di sinistra e di centro, hanno tentato di cucire addosso alla figura del candidato leghista, i piemontesi hanno premiato la serietà e la normalità di Cota. Qualcosa è andato storto nel perverso meccanismo di disinformazione tentato dalla sinistra borghese, razzista e classista che, fino a ieri, ha controllato il Piemonte.
Ora si volta pagina. Ora s’incomincia a lavorare: i voti che hanno portato Roberto Cota e la Lega Nord al governo del Piemonte sono le voci di tanti piemontesi che non vogliono più sentire tante parole ma pretendono fatti. Il Piemonte è una regione da ricostruire.
Pezzo per pezzo il Piemonte sarà ricostruito e diventerà una delle maggiori locomotive europee: a suon di fatti Roberto Cota convincerà, anche i piemontesi che non l’hanno votato, della bontà del governo leghista. L’azione del nuovo governo regionale sarà plasmata, senza tanti proclami e con tanta voglia di fare, da quei valori identitari profondi che scorrono nel sangue del popolo piemontese: Dio, patria, famiglia.
Valori veri, semplici ed eterni sui quali verrà costruita la Padania di domani: perché come disse, qualche anno fa, Umberto Bossi: “La Lega non è l'antipolitica. Noi siamo un movimento che vuole la liberazione del Nord e il Federalismo”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma sei sicuro di aver riletto quello che hai scritto ?
Davvero pensi realmente che i piemontesi abbiano votato questo scaltro penalista riconoscendosi in esso ?
Marco Veretti

Anonimo ha detto...

Il 5 aprile 1939 il Cavaliere di allora: Benito Mussolini, mandava un ultimatum alla Albania.
Non avendo avuto le dovute risposte il 7 aprile le truppe italiane invadevano la stato albanese.

Il primo ministro albanese di allora Kota (1889-1949) dava le dimissioni.
Kota era stato due volte primo ministro del regno di Albania (1928-1939).

Il Kota apparteneva ad una famiglia di grandi ideali.

Molti sono i Kota e i Cota albanesi che hanno fatto grande l'Albania.

Ricordare Luizm Cota rappresentante etnico albanese nel summit dei Balcani , Eiup Cota dell'Istituto del controllo dei cereali, Dalip Cota docente universitario della facoltà di Storia, il pittore su tela Cota.
Molti Cota vennero in italia, specie in Puglia a portare la loro cultura .

L'atto italiano contro l'Albania fu una vigliaccata e giustamente il primo ministro Kota si augurò che un giorno un uomo di discendenza albanese avrebbe comandato sull'italia.

E adesso il destino ha presentato il conto: un Cota sta per diventare Presidente del Piemonte proprio in quella città che fu la prima capitale della stato italiano invasore.

Si avvererà il sogno albanese e Cota della lega Nord potrebbe essere proclamato il 7 aprile ( 15 giorni dopo le votazioni) dopo 71 anni nella ricorrenza dell'invasione in Albania.

Sarebbe una data memorabile per tutti gli albanesi in italia e per quelli rimasti in patria.

Raffaele Cipriano