sabato 3 ottobre 2009

Grazie alla Lega, stop alla moschea!

Discorso di presentazione dell'odg contro la costruzione della moschea a Vercelli - Consiglio comunale del 30 settembre 2009

Il tema che il Consiglio comunale di oggi è chiamato ad affrontare è delicato e importante: merita tutta la nostra attenzione e tutta la nostra responsabilità. La questione della costruzione di un centro cultuale e culturale islamico non va affrontata con la leggerezza tipica di certa mentalità buonista.
Sarebbe altamente irresponsabile, al di là delle nostre rispettive posizioni politiche, fingere che non vi siano evidenti problemi d’integrazione tra l’Islam e la nostra cultura giuridica occidentale: è partendo da questo dato innegabile che è giusto impostare i rapporti tra la comunità islamica vercellese e le nostre Istituzioni cittadine.
L’Islam è una religione, una cultura e un’ideologia politica che non riesce nemmeno a concepire il concetto di laicità su cui si fondano le nostre società occidentali. L’Islam non riesce nemmeno a concepire lontanamente quei concetti di “libertà religiosa” e di “uguaglianza davanti alla legge” che sono le fondamenta del diritto occidentale.
L’Islam è, infine, una cultura che non disdegna affatto l’uso della violenza: chi di voi ha avuto la pazienza di leggere il Corano sarà stato sicuramente impressionato dal sistematico ricorso ad inequivocabili espressioni aggressive e bellicose presenti nel testo sacro dei musulmani.
D’altronde il fatto che l’Islam sia portatore di valori ben diversi rispetto a quelli cristiani è testimoniato dalla vita stessa dei fondatori delle due religioni: mentre Gesù predicava di amare i propri nemici e di porgere l’altra guancia, Maometto affilava le sciabole e sterminava tribù intere.
Detto questo – e quindi avendo ben compreso le abissali differenze che intercorrono tra la nostra cultura figlia del Cristianesimo e la cultura maomettana - è chiaro che l’imponente fenomeno immigratorio degli ultimi anni ha portato un considerevole numero di fedeli islamici nelle nostre terre. Che fare quindi?
Nessuno mette in dubbio che la gran parte di queste persone sia gente per bene: ma è chiaro che la loro religione e la loro cultura sono spesso d’ostacolo ad una reale e profonda integrazione nella nostra realtà sociale.
E’ dovere delle Istituzioni, quindi, cercare di rimuovere tutti gli ostacoli che non consentono una progressiva e piena integrazione degli stranieri: è giusto dire ai fedeli islamici che l’essere ospitati nelle nostre terre comporta da parte loro il rispetto della nostra identità e la condivisione dei nostri valori.
Bisogna incominciare a guardare all’accoglienza delle popolazioni allogene come ad una medaglia con due facce: quella dei diritti e quella dei doveri. Mentre troppo spesso, in nome di un errato concetto di multi-culturalismo, si evidenziano solo i diritti dei nostri ospiti stranieri e mai i loro doveri.
Bisogna spiegare a queste persone che se vogliono stabilizzarsi nelle nostre città devono porsi, loro per primi, nella condizione di essere ben accetti alla popolazione italiana. Bisogna far comprendere a chiare lettere che la nostra è, sì, una società aperta, tollerante e libera ma nessuno può usare la libertà che ha a disposizione per aggirare le nostre leggi.
Il rispetto della legge: ecco il tema fondamentale.
La fermezza nel chiedere l’applicazione della legge è, infatti, il minimo comune denominatore di questo nostro ordine del giorno. Quel che vogliamo evidenziare con questo nostro atto politico è la volontà di non concedere nulla che la legge non preveda espressamente. Tantomeno intendiamo concedere un permesso di costruzione di una moschea che sarebbe del tutto fuorilegge.
Al contempo ci è ben chiaro il principio della libertà di culto sancito solennemente dalla nostra Carta costituzionale con l’articolo 19: non si tratta qui di vietare infatti un semplice luogo di culto ai fedeli islamici. Per ammissione esplicita della stessa Associazione “Assalam”, infatti, a Vercelli il progetto era ed è più ambizioso: oltre allo spazio dedicato al culto si prevede un non meglio definito spazio per la promozione della cultura islamica. Ergo: una moschea bella e buona.
E’ ora che capiscano che non siamo tutti fessi! E se qualche falla nelle nostre normative consente loro di fare i furbi per tentare di aggirare la legge, sappiano che questo atteggiamento non paga. La nostra legge parla chiaro: se qualcuno vuole costruire edifici di culto nello Stato italiano deve sapere che la normativa di base da applicare è ancora quella sui "culti ammessi": la legge 24 giugno 1929 n. 1159 e il relativo regolamento di attuazione approvato con R. D. 28 febbraio 1930 n. 289, che la Corte Costituzionale, con alcune sentenze, ha reso conforme al nostro dettato costituzionale.
Tradotto in termini più semplici se un ente o un’associazione religiosa vuole poter costruire una propria sede di culto deve inoltrare una precisa richiesta per ottenere il riconoscimento della personalità giuridica dal Ministero dell’Interno come “ente di culto”. E deve rispettare un preciso iter legale stabilito sempre dalla già citata legge 1159/29.
Non ci sembra di chiedere la luna: pretendiamo solo il rispetto delle leggi.
E’ significativo ed emblematico, peraltro, il fatto che da anni le comunità islamiche presenti in Italia cerchino di stipulare un’intesa ufficiale con lo Stato, ma mai si sia riusciti a raggiungere un accordo. Forse perché le richieste avanzate dai fedeli musulmani sono spropositate e non rispettano quel “principio di reciprocità” a cui sarebbe ora di ancorare ogni eventualità di concedere nuovi diritti.
Saremo lieti di concedere alla comunità islamica la possibilità di costruire a casa nostra moschee d’ogni genere nel momento in cui i paesi a maggioranza islamica smetteranno di perseguitare e ammazzare i cristiani. Saremo felici di autorizzare l’edificazione di minareti d’ogni dimensione quando i cristiani potranno costruire una bella chiesa - intitolata magari al Beato Marco d’Aviano – in Egitto, in Iran o in Arabia Saudita.
Prima di allora consentiteci di usare prudenza e di difendere le nostre leggi.
E’ ora che tutti noi occidentali ci diamo una svegliata e apriamo gli occhi davanti alla realtà: stiamo spalancando le porte delle nostre patrie a una religione che predica la schiavitù, la sottomissione totale della donna e la supremazia delle leggi coraniche su ogni legge civile.
Stiamo svendendo la nostra cultura per paura di apparire razzisti o intolleranti: a noi della Lega francamente importa poco degli insulti che altri tentano di appiccicarci addosso. Noi crediamo che l’impegno a difesa delle nostre radici e della nostra identità valga ben qualche epiteto scomposto.
Nel votare questo ordine del giorno ognuno di noi si assume una grande responsabilità morale nei confronti delle future generazioni vercellesi: ci sarà chi calerà le braghe e chi terrà ferma la barra della legalità.
Da che parte starà la Lega è cosa ovvia.


Emanuele Pozzolo
Capogruppo della Lega Nord al Comune di Vercelli

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