Stigmatizziamo il comportamento di una minoranza della sinistra vercellese volto a fare propaganda partitica anche su questa vicenda: il Politecnico di Vercelli non chiude perché il Governo Berlusconi ha tagliato i fondi all’Università. Pur volendo soprassedere ai toni faziosi che animano sempre e comunque certe persone, proprio non possiamo non intervenire davanti a certe menzogne spacciate per verità assolute. E’ chiaro ed evidente a chiunque che la volontà di addossare la colpa della possibile chiusura del Politecnico solo ed esclusivamente ai “tagli” del Governo è manovra assai maldestra e superficiale: perché è vero che si è imboccata negli ultimi anni la via della razionalizzazione degli investimenti scolastici e universitari a livello ministeriale, ma è altrettanto vero che la gestione di questa politica di contenimento della spesa pubblica è fortemente condizionata dalla scelte che ogni singolo ateneo ritiene di attuare.
Detto in parole più semplici: a fronte di alcuni “tagli” (dettati peraltro da ragioni di bilancio non certo da intenti persecutori nei confronti del mondo accademico) ogni ateneo può seguire due strade: o eliminare gli immani sprechi di denaro pubblico che spesso caratterizzano sia la scuola che l’università italiana, oppure far pagare i “tagli” agli studenti chiudendo le eventuali sedi decentrate, proprio come nel caso del Politecnico di Vercelli.
Questa scelta spetta solo e soltanto al Rettore e al Senato Accademico di ogni ateneo, ossia agli organi gestionali preposti al funzionamento amministrativo dell’ente universitario. Per questa ragione ha poco senso fare propaganda di bassa lega incolpando il Governo nazionale per la paventata chiusura del Politecnico vercellese.
Fortuna vuole che a sinistra non ci sono soltanto persone buone a sputare sentenze, ma ci sono anche uomini e donne che sanno mettere gli interessi di partito in secondo piano rispetto al bene della città: durante il Consiglio congiunto comunale e provinciale di lunedì 19 ottobre, infatti, alcuni esponenti del centro sinistra – come l’assessore regionale Bairati – hanno assunto un atteggiamento decisamente responsabile e hanno detto a chiare lettere che la scelta di chiudere la sede del Politecnico di Vercelli è una decisione che spetta in gran parte al Rettore Profumo e al Senato Accademico: ergo, è una scelta la cui discrezionalità è tutta in capo ai vertici amministrativi e gestionali del Politecnico.
Questo è il vero punto della discussione: su questo sarebbe utile confrontarsi invece di assumere posizioni propagandistiche del tutto fuori luogo. Questi sono giorni importanti per il futuro di Vercelli e di tutto il nostro territorio: è necessario essere uniti e compatti, senza distinzioni tra sinistra, centro e destra, per cercare di convincere chi ha davvero in mano il futuro del nostro Politecnico a cambiare idea in merito alla chiusura dello stesso.
Vercelli è una città che ha saputo dimostrare grande e concreta attenzione alle esigenze, anche finanziarie, del Politecnico: il Rettore Profumo questo lo sa, così come sa benissimo che l’eventuale chiusura del Politecnico vercellese non comporterà automaticamente lo spostamento degli studenti di Vercelli a Torino. E’ auspicabile che prima che il Senato Accademico assuma decisioni definitive, tutti valutino la gravità e le possibili conseguenze che potrebbero derivare da una decisione affrettata e non ponderata.
Lo sforzo dell’Amministrazione comunale e di quella provinciale affinché il Politecnico possa rimanere a Vercelli deve essere sostenuto senza infingimenti da tutti coloro che hanno a cuore il futuro della nostra città e delle nostre terre: perché parte del futuro di Vercelli è legato, necessariamente, alla risoluzione di questa spiacevole controversia.
Emanuele Pozzolo
Capogruppo della Lega Nord al Comune di Vercelli