mercoledì 26 novembre 2008

Una legge per la vita

Il caso di Eluana Englaro ha chiaramente dimostrato l’assoluta necessità che il Parlamento italiano riesca a promulgare, in tempi brevi, una buona legge sul tema delle cure di fine vita.
Il solo parlare pubblicamente di alcune situazioni di sofferenza profonda appare spesso irriguardoso: proprio per questa ragione sui temi etici riguardanti la vita e la morte è indispensabile usare prudenza e, soprattutto, delicatezza. La politica deve dimostrarsi all’altezza di questo gravoso compito: il potere legislativo deve trovare la forza, il coraggio e la capacità di trovare soluzioni e sintesi trasversali agli schieramenti in merito a questi delicatissimi temi.
Il mio essere cristiano – ispirato da una fede cattolica integrale e tradizionale – non può che avere risvolti politici netti e radicali in riferimento a temi etici come quelli in discussione: nessun credente può tollerare infatti che la vita divenga – peraltro in palese contrasto con la Costituzione italiana – un bene a disposizione dell’individuo.
Non esiste nessun “diritto di morire” nel diritto del nostro paese: infatti come ha sottolineato un autorevole giurista (certo non sospetto d’essere uno spietato reazionario) come Giuliano Vassalli, l’unica base giuridica cui può essere ricondotto il caso di Eluana – allo stato attuale – è contemplata negli articoli 579 e 580 del Codice penale: articoli in cui si tratta, infatti, di “omicidio del consenziente” e di “aiuto al suicidio”.
La sentenza che consente l’interruzione dell’alimentazione di Eluana Englaro è una sentenza di morte, una sentenza che autorizza un omicidio di fatto. La magistratura, con tale sentenza, esorbita evidentemente dai suoi limiti di potere giurisdizionale, invadendo il campo legislativo: fatto gravissimo, in palese contraddizione dei più elementari principi democratici di divisione dei poteri.
Per questa ragione – in un clima di forte emozionalità prodotta dai fatti di cui si tratta – non posso che plaudire alla coraggiosa presa di posizione di una parte della corrente cattolica del Partito democratico: il comunicato stampa con cui Binetti, Bobba e Calgaro hanno affermato la loro contrarietà a qualsiasi forma di eutanasia si pone in un’ottica di sostanziale accordo con le tesi – anzitutto della Chiesa cattolica – e, in secondo luogo, con le posizioni dei cattolici sia dell’Udc che del Pdl. E’ augurabile che la forte e omogenea presa di posizione di molti politici cattolici sul “caso Eluana” possa tradursi nei fatti in una concreta e trasversale unità dei cattolici in Parlamento: per votare sempre e solo a favore della vita.

1 commento:

Istitutrice ha detto...

Ben detto!ma qui non si tratta solo di questioni giuridiche ma di sensibilità umana:prego davvero di non dovermi mai trovare nelle sue condizioni di essere lasciata MORIRE DI FAME!